Forse ricomincio con i pareri non richiesti.
Essendo io una che arriva alle cose belle sempre con l’ultimo diretto, i Pinguini li ho conosciuti “davvero” solo dopo Sanremo. Di positivo c’è che durante la quarantena una delle cose che ho potuto fare è stata recuperare il tempo perduto; quindi, così come ho fatto per i Cure tanti anni fa, oltre a fare incetta di tutto il merchandising disponibile, mi sono comprata tutti gli album (solo Gioventù Brucata latita ancora…) e me li sono ascoltati CON CALMA. Onestamente avevo quasi paura che non sarei riuscita a farmi coinvolgere, e all’inizio è stato un po’ così, perché il mio cervellino bacato ha sempre avuto bisogno di associare una canzone a un coinvolgimento emotivo forte per poterla davvero amare. Ma in questo caso è successo l’incredibile: dopo il secondo, massimo terzo ascolto, mi sono completamente persa nella loro musica, senza sentire la necessità di associarla a una persona o a un momento particolare della mia vita. E’ vero, i Pinguini come band mi ricordano tantissimo tutti m